

“se un giorno le api dovessero scomparire, all’uomo resterebbero soltanto quattro anni di vita”
Il ragionamento che sottende a questa affermazione è sicuramente valido, almeno in via di principio: niente più api, niente più impollinazione, niente più frutta e vegetali (non tutti, ma gran parte), con conseguente spi- rale a discendere il cui limite sta solo nella fantasia di ciascuno di noi. Che le api si stiano realmente estinguendo, e per quale motivo, questo non lo sappiamo: ci sono però molte similitudini che accomunano il comportamento di questa specie con quello dell’essere umano.
Ad esempio:
Un alveare, ogni notte, può essere spostato di 5 cm senza che le api, il mattino dopo, risultino disorientate.
Quando si tratta di piccoli spostamenti, l’uomo si adatta ad essi senza quasi percepirne le differenze e, spesso, si adatta senza nemmeno considerare problematico il motivo dello spostamento.
Se un alveare viene spostato di 5 km, le api continuano a non avere traumi: sono ovviamente costrette a rior- ganizzare il loro senso dell’orientamento, ma senza troppe difficoltà.
Uno spostamento radicale determina che il soggetto, presa coscienza dello spostamento, si adatti in fretta al nuovo ambiente: l’essere umano infatti non avendo un talento specifico ed esclusivo, può e riesce a vivere in qualsiasi ambiente.
Sorprendentemente, però, se l’alveare viene spostato di 5 m, le api entrano fatalmente in confusione: l’am- biente non gli sembra abbastanza differente da metterle in allarme, e così, quando tornano dalla ricerca del cibo, non riescono a raggiungere il loro stesso alveare e ronzano nel vuoto dove si trovava in precedenza, a soli 5 m di distanza.
Uno spostamento non apparentemente drastico in termini di ambiente, ma significativo in termini di abitudini (un trauma, una perdita, ecc.), porta l’essere umano allo stordimento, che lo rende incapace di riadattarsi: l’ambiente è mutato di quel tanto che basta per non riconoscerlo più.
Le api sono il tramite per ragionare su questo cambiamento di prospettive che vede protagonista non solo l’uomo, ma anche l’ambiente, l’informazione e le politiche che ne conseguono.
A partire dal comportamento di un alveare - istanza introduttiva sia in termini visivi che narrativi - si intende allargare il ragionamento alle motivazioni che possano spingere l’essere umano a prendere coscienza che le dinamiche, a cui lui stesso sottopone l’ambiente, siano globalmente nocive.
Difatti, l’attuazione di politiche sostenibili ha come obiettivo ultimo quello di evitare un ulteriore danneggia- mento dell’ambiente, e quindi la remota possibilità dell’estinzione umana. Attraverso la salvaguardia dell’am- biente vegetale ed animale, l’uomo deve evitare di compromettere la propria esistenza, in quanto non è la Terra ad essere in pericolo, quanto piuttosto l’ecosistema che permette all’uomo di vivere su di essa.
Dato l’interesse che le api e gli alveari possono suscitare, e alla dicotomia tra la pericolosità dell’insetto e la dolcezza del miele che produce, questo campo d’indagine sembra poter offrire lo spunto narrativo iniziale, nonché garantire soluzioni stilistiche e formali atte a ragionare sulla stessa vita umana in relazione all’am- biente.